Tutto avvenne anni e anni fa... prima di Striscia... molto prima che il Tapiro diventasse un animale conosciuto ai più grazie alla fama televisiva.
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- gabribaldi
- Sono uno dei tanti che sogna di trasferirsi con tutta la famiglia in un agriturismo immerso nel verde con a disposizione il sole e le onde del mare, strade e sentieri per bici da corsa e MTB, il vento per la barca a vela, l'ombra degli ulivi, le falesie....
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Cavilla sui tuoi limiti ed essi ti apparterranno (Richard Bach)
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24 aprile 2013
Racconto di un corso: Lievito Madre con farina Petra presso il molino Quaglia
10:36 | Pubblicato da
gabribaldi |
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Rientrato. Dopo due giorni di full immersion al corso sui "fermenti di Petra": il(i) lievito(i) madre mantenuto(i) con farina Petra1 del molino Quaglia di Vighizzolo d'Este (PD).
Un corso molto molto bello. Sicuramente il migliore sul
lievito madre tra quelli che ho potuto seguire sinora. L’idea di base è toccare
con mano come le diverse possibili gestioni di un lievito madre possano
influire sul prodotto finale, assaggiando poi i risultati. L’obiettivo,
ambizioso, è fornire ai corsisti gli strumenti per poter “pensare” un prodotto
e poi realizzarlo orientando il lievito madre a lavorare nella direzione
voluta.
A questo stimolante presupposto si aggiunge un altro, fantastico,
concetto: la lavorazione diurna, a vista. Niente sveglie nel cuore della notte.
Un’idea che nelle mie ricette da amatore già applico per motivi di
organizzazione dei tempi e che qui è sviluppata ulteriormente con spunti che
non avevo sinora colto.
I docenti, la dott.ssa Federica Racinelli (tecnologa del molino) e il Maestro (non
ditegli che l’ho chiamato così ;) ) Renato Bosco, hanno spiegato i concetti che
avremmo sviluppato nei due giorni e avviato gli impasti per la preparazione dei
pani.
La dott.ssa è un fiume di parole, un profondo pozzo di
conoscenza da cui attingere: non potevo chiedere di meglio. Risponde a ogni
domanda con precisione ed è un piacere avere tutto il tempo necessario per
ascoltare le sue risposte.
Renato Bosco mantiene molto bene il suo ruolo di “braccio
operativo” senza mai prevaricare la dott.ssa ma piuttosto riportando alla
pratica di tutti i giorni alcuni passaggi in apparenza troppo teorici. Il suo
mantra è: non è il lievito che deve dominare il nostro lavoro ma dobbiamo
essere noi a dominare il lievito. Come dargli torto? E’ bravo, il successo
della sua pizzeria ne è la prova più evidente, ciononostante mantiene un
atteggiamento umile e modesto. Ha un approccio fantastico al mondo dell’arte
bianca: è molto aperto, non da soluzioni e ricette “definitive” ma si
confronta. Chiede come lavorano i colleghi, suggerisce, insegna e apprende a
sua volta in un processo continuo.
![]() |
pane con farina Petra 1 da LM mantenuto in sacco |
Nel pomeriggio le cotture e l’avvio degli impasti per il
giorno dopo, i primi assaggi.
La pezzatura è bella grande, come piace a me, siamo oltre
2kg a crudo, profumo, morbidezza, crosta: il pane è davvero buono, non c’è che
dire. Il primo giorno di corso volge al termine con un improvvisato aperitivo a base del pane appena prodotto e di un ottimo salame piemontese.
Tre amici di Torino sono l’esuberante collante che permette
di sciogliere il ghiaccio e creare la complicità che renderà il percorso ancora
più piacevole e stimolante. Loro tre, come i docenti e tanti altri presenti,
sono dei professionisti appassionati del loro lavoro, ascoltare i racconti e le
domande di chi col pane ci vive è stato entusiasmante e mi sprona a continuare
nel mio progetto di cambio di vita.
La serata finisce quindi con una piacevole cena di gruppo dove il corso, a suo modo, continua.
La serata finisce quindi con una piacevole cena di gruppo dove il corso, a suo modo, continua.
Arrivo al B&B a mezzanotte… sono in piedi dalle 5:30,
una bella tirata. Nella mia testa si affollano idee, progetti, ricette,
lieviti, batteri, impossibile fermare questo flusso e praticamente non chiudo
occhio.
Non so come ma la mia natura tapiresca resta sopita e alle
7:00, nonostante la notte in bianco, sono piuttosto pimpante. Colazione,
passeggiata nel bel borgo di Montagnana e ritorno al molino per la seconda
giornata.
Si parte chiudendo gli impasti iniziati la sera prima, poi
la degustazione dei pani.
Non avevo mai provato una simile “verticale”. Abbiamo
assaggiato i pani cotti il giorno precedente partendo dal più “dolce” al più
“acido” e provando a valutare le differenti alveolature, consistenze, profumi e
sapore. In pratica lo stesso pane ma realizzato partendo da LM mantenuto in
sacco, LM mantenuto in acqua, LM in crema + la variante del sale
presento o meno nel prefermento. Una bella occasione per saggiare come una differente lavorazione possa
modificare il prodotto finale. La mia personale preferenza va al pane prodotto
con lievito mantenuto in sacco e prefermento realizzato senza sale: il più acido
di tutti. La cosa non mi stupisce vista la mia abitudine a questo tipo di
sapore.
![]() |
la degustazione dei pani |
Dopo pranzo ho il piacere di conoscere anche Annito Quaglia, la
terza generazione della famiglia. Un signore di una cortesia splendida,
positivo, ci accompagna a visitare il molino.
Avete idea di cos’è un molino? Io l’avevo, ma era un’idea.
La realtà è tutt’altra cosa.
Il molino è una cosa complessa, enorme. Per passare dal
chicco alla farina ci sono decine di passaggi. Quattro piani (mi pare 4 ma
forse erano 5) di macchinari montati in serie, circondati da un intricato dedalo di tubi, in grado ogni giorno di
produrre 400 tonnellate di farina.
In due parole (ci provo) funziona così: un grande silos di
stoccaggio che a sua volta contiene diverse celle, una per ciascun tipo di
grano. Il mugnaio decide, in base alle caratteristiche della farina che vuole
produrre, quale miscela di grani utilizzare, sfruttando così le caratteristiche
delle varie tipologie (quindi unisce grani più duri e proteici ad altri più
morbidi e deboli per ottenere le desiderate caratteristiche di forza,
estensibilità, tenacità, ecc). Da qui si passa attraverso decine di macine e setacci affinchè il grano venga prima pulito delgli strati più esterni e poi macinato, fino al grado di finezza e raffinazione desiderati.
Vi sono due linee: una per tutte le farine e una per le
farine Petra.
Macinazione classica a cilindri per la linea di farine tradizionali e macinazione ovviamente
a pietra per le Petra.
A me interessava soprattutto la Petra e quella vi accenno:
Il grano entra così com’è e passa attraverso uno scanner
ottico che rimuove impurità, chicchi rovinati, chicchi difformi, ecc. Viene
quindi rimossa tutta la pellicina esterna arrivando al chicco di grano integro
e pulito.
Il chicco passa poi attraverso due macine in serie per
arrivare alla finezza ed alla raffinazione desiderata. (ho omesso svariati
passaggi di setacciatura e altro che separano la crusca dal resto perché non
ricordo con precisione come si chiamano ne la precisa sequenza).
La cosa interessante è però la macina: una pietra è fissa, l’altra
ruota a circa trecento giri al minuto. L’operatore decide la distanza tra le
due pietre e poi un laser controlla e mantiene costante nel tempo tale
impostazione. Tutto questo marchingegno è infine incamiciato in un involucro in
cui scorre refrigerante che mantiene la temperatura ottimale di lavorazione,
evitando il surriscaldamento del grano. E’ la prima volta che vedo un molino
quindi non ho esperienza ma per quel poco che comprendo mi è parso un sistema
all’avanguardia in tutti i sensi.
La giornata finisce poi con una piacevole chiacchierata con
la dott.ssa Quaglia che spero porterà a futuri sviluppi, le premesse sono state molto promettenti… ma questa è un’altra
storia ;)
Saluti del caso, due ore e mezza di auto e sono a casa.
![]() |
Pane "accademia del pane" |
Un corso davvero completo e interessante sul lievito madre
(finalmente!). Lo straconsiglio a chi ha già buone conoscenze in materia e
vuole approfondire. Non è invece adatto a chi è alle prime armi e non ha
famigliarità con il lievito, i rinfreschi, ecc.
![]() |
Ciabatta con lievito madre |
Scusate la qualità delle foto ma il telefonino e la scarsa luce non sono un buon connubio :)
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4 commenti:
Grande Gabriele!!!Bella esperienza e bel racconto, immaginavo che questo corso fosse davvero serio e mi è dispiaciuto molto non poter venire... ma conto in futuro di rifarmi, a partire tra un mese... ;)
E si! Tra un mese ci diamo dentro!!
Magari racconteremo qualcosa insieme ;)
Complimenti, bellissimo racconto di questa invidiabile
esperienza, ma è monco.
Non puoi non raccontarci, spiegarci la ricetta, il segreto di quella strabiliante alveolatura, e tante altre cose ancora.
Ciao e grazie per la tua disponibilità.
giovanni
Ciao Giovanni, capisco la curiosità! Per la ricetta proverò a chiedere l'autorizzazione a pubblicarla visto che non è mia!
Il molino è gestito da persone con una mente molto aperta, non credo ci saranno problemi.
Certo prima devo riuscire a replicarla io a casa... ci proverò proprio stasera!
Sui "segreti", ammesso che li abbia compresi davvero perchè dovrò verificare con alcuni esperimenti, è difficile condensare in un post un corso di 16 ore ;) Sicuramente in futuro se realizzerò delle ricette mie che funzionano, quelle le posterò con la solita dovizia di particolari, contaci!
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